Qualità e pediatria di gruppo
Le origini di questa ricerca ci riportano al 1999, a Bergamo, in occasione del Congresso Nazionale della Pediatria di Gruppo (PDG). Si trattava della seconda occasione di incontro dei Gruppi italiani che, già dal 1984, ben prima del riconoscimento formale (A.C.N. per la Pediatria di Famiglia del 1996), avevano cominciato spontaneamente a formarsi, spesso all’insaputa l’uno dell’altro.
Il leit-motiv del Congresso di Bergamo era la “ricerca”, cioè la dimostrazione, dati alla mano, del valore assistenziale della PDG, in un momento in cui pochi, dagli amministratori, ai sindacati, agli stessi pediatri, sembravano credere in questo modulo.
Uno dei lavori presentati al Congresso riguardava i risultati di un focus-group condotto da Mario Ancona e Delia Duccoli, di ADR (Analisi delle Dinamiche di Relazione), con pazienti del Gruppo di Bergamo. Lo scopo del focus group non era tanto misurare il gradimento dei genitori per il lavoro del pediatra, anche se gli spunti che ne scaturirono furono molto interessanti ed anche praticamente utili al gruppo in questione. La ricerca fu soprattutto uno strumento per mettere a punto uno strumento più articolato che potesse essere utilizzato in un’indagine su larga scala sulla qualità percepita.
Il Congresso di Reggio Calabria, nel 2002, fu battezzato V Congresso Nazionale della Pediatria di Gruppo, ma anche I Congresso Nazionale di ApeG, l’associazione che di fatto formalizzava un movimento nel tempo sempre più vivo e vitale, accomunato da un concetto innovativo: la cultura dell’organizzazione, intesa non fine a se stessa, ma come strumento al servizio del miglioramento dell’assistenza e della qualità di lavoro del pediatra. Non a caso, proprio al Congresso di Reggio venne presentato e discusso, in una Tavola Rotonda presieduta dal Prof. Panizon, l’impianto della ricerca.
Dopo ulteriori messe a punto e revisioni, finalmente la ricerca ha potuto vedere la luce, e in un momento a nostro avviso quanto mai opportuno, in cui per vari motivi la figura e il ruolo assistenziale del PDF viene messo in discussione, complice il fatto di rappresentare nel mondo e in Europa un modello pressoché unico di assistenza primaria in età evolutiva.
Millecinquecento interviste di genitori di bambini assistiti da Pediatri di Famiglia, un campione studiato e ponderato in modo da essere ben rappresentativo di tutta l’utenza della PDF italiana, la garanzia di essere stata condotta da un’Agenzia specializzata in ricerche di mercato e nel campo della salute di sicura esperienza ed affidabilità come ABACUS: queste le caratteristiche strutturali salienti della ricerca.
Bastano già queste credenziali per attribuire il giusto peso ai risultati, e in particolare all’alto gradimento che i genitori mostrano di avere per il PDF; da rilevare anche, non secondariamente per importanza, il gradimento significativamente più elevato attribuito a chi lavora in gruppo.
La qualità percepita è solo uno degli indicatori di qualità. E’ però certamente un indicatore importante, utile nella verifica del servizio offerto. Inoltre, ad essa gli amministratori sono, giustamente, sensibili. Sta a noi, operatori sanitari, utilizzare questi dati per rivedere i punti critici del servizio, per meglio valorizzare e spiegare presso l’utenza gli aspetti del nostro lavoro che riteniamo qualificanti, per far valere presso chi amministra un ruolo evidentemente utile ed apprezzato dall’utenza.
Un ringraziamento va a Mario Ancona e all’Associazione ADR, che ci ha affiancato nell’ideazione e nella progettazione dell’iniziativa e ad ABACUS, per la abituale professionalità e per l’assistenza fornitaci sia in fase di esecuzione che nell’elaborazione dei risultati. Ricordo soprattutto chi, dietro le quinte, ha condiviso con me la maggior parte delle fatiche, come Ferdinando Ragazzon, Segretario Nazionale APeG, Patrizia Amantini e Barbara Fradelloni, ricercatrici ABACUS.
Un grazie particolare va a quelle 55 estratte tra le Pediatrie di Gruppo italiane che hanno collaborato alla raccolta dei 3000 nominativi da cui sono poi state estratte da Abacus le 500 madri poi intervistate. E’ ad esse che si deve in buona parte se possiamo parlare di risultati che supportano un modulo in cui noi tutti crediamo.
Ci credono anche i genitori, i dati lo dimostrano, e non dobbiamo dimenticare, al di là del risultato di questa indagine, che anche la nostra attività quotidiana di pediatri non può prescindere dalla loro collaborazione: essi di fatto ci aiutano ad essere dei buoni pediatri e a curare al meglio i loro, e un po’ anche nostri, bambini.
Gianni Caso
Presidente APeG