“L’inevitabile unilateralità della vita cosciente trova riscontro in una costante correzione e compensazione da parte della natura universalmente umana che è in noi, allo scopo di attuare un’integrazione definitiva dell’inconscio nella coscienza o, meglio, un’assimilazione dell’Io in una più vasta personalità”.
C. G. Jung (1945), L’essenza dei sogni, in Opere, VIII, La dinamicha dell’inconscio, p.315, 1976, Boringhieri, Torino
La mancanza di equilibrio porta allo sbilanciamento unilaterale e, pertanto, a qualche forma di caduta che si sostanzia nella sofferenza, nel disagio.
L’equilibrio si mantiene, si ritrova, si ricerca momento per momento compensando dinamicamente le spinte unilaterali.
Ogni qual volta operiamo una scelta, prendiamo una decisione ci sentiamo sollevati: abbiamo trovato una soluzione. Ma, ad una successiva riflessione, ne possiamo cogliere i limiti; e ci accorgiamo della necessità di un, anche minimo, riaggiustamento per compensare il passo precedente.
Re-visione della psicologia (James Hillman) vuol dire anche rivedere ciò che siamo in ogni momento e non cadere nel blocco del dubbio ossessivo, né falsamente rimuoverlo, grazie a difese maniacali.
Mantenere l’equilibrio richiede fatica, un passo lento e attento, per questo chi propone una qualsiasi forma di unilateralità trova facile ascolto.